Cos’è il trauma dell’identità?

Cos’è il trauma dell’identità?

Il trauma precoce è sempre adesso, significa che stiamo cercando di affrontare i problemi di oggi con i modi di sopravvivenza del passato. Tutto ciò che ci circonda è percepito come un mondo del passato. Si cammina in un circolo vizioso.

L’identità è il proprio sé, con desideri e bisogni. Sentirsi su se stessi e sul proprio corpo indipendentemente dagli altri.

Il trauma dell’identità è un trauma molto difficile, il dolore più profondo di una persona. Uno che esiste, anche se, secondo l’opinione e il desiderio del suo creatore (mamma, papà), non dovrebbe esistere. Sono bambini indesiderati che devono affermare la loro esistenza, contro la volontà del loro genitore. Devono vivere la propria vita, conoscendo dentro di sé il “No” della madre. Il bambino sopravvive e si adatta.

Il desiderio di avere un figlio è spesso una strategia di sopravvivenza in sé per i genitori traumatizzati. Vogliono riempire il proprio vuoto a spese del bambino, per aggrapparsi a un uomo, per creare l’illusione della famiglia, o per avere un bambino per la mamma o per se stessi, o perché è molto tempo. Fanno tutto per loro stesse, non per un sano desiderio “voglio essere mamma”.

Spesso faccio la domanda: “Che tipo di infanzia hai avuto?”. La risposta iniziale e la risposta è di solito ovvia: “Ho avuto un’infanzia fantastica”. Solo allora, scendendo, le illusioni si dissolvono e il dolore e la verità salgono in superficie.

Per sopravvivere, il bambino deve rinunciare al proprio io e assumere quello della madre, obbedire, soddisfare i suoi desideri, adattarsi. Per stare con la mamma, si è formata l’illusione dell’amore sulla base della vita. Nasce la formula “NOI” = “io e mia madre”. Cioè, NOI = e mia madre, tutto ciò che mia madre percepisce come suo, non c’è nessuno di nostro.

Per una persona con un trauma identitario, nulla è dato per scontato. Il respiro, il battito cardiaco, la temperatura corporea, il sentire il proprio corpo, il contatto, il mangiare, la toilette, il movimento, i propri desideri sono tutti messi in discussione, perché ci si interroga e si crede di poter esistere solo quando ci si dissolve in qualcun altro e si soddisfano i suoi bisogni. Tale è stata la prima esperienza.

La conseguenza del trauma dell’identità è una rottura dell’attaccamento. Le persone in tutte le loro relazioni successive cercano ciò a cui hanno rinunciato all’inizio, hanno rinunciato a se stessi: la vitalità, la gioia di vivere, la voglia di vivere. Sembra loro che non possano sopravvivere da soli. La relazione con un’altra persona diventa un sostituto di se stessi. Questo significa che ci deve essere sempre una relazione con qualcuno, perché essere soli è panico e paura, percepiti come un pericolo per la vita.


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